I recuperatori Prana permettono di mantenere alti standard di sicurezza e igiene dell’aria nelle aule scolastiche e in ambienti medico-sanitari
Articolo tratto da “ilmessaggero.it” di Venerdì 12 Marzo 2021
Investire nel benessere e nella salute dovrebbe essere una priorità: passare dal condizionale alla realtà, rendere una possibilità un must dipende molto dall’importanza e dall’urgenza che si attribuiscono all’investimento. Quello sulla qualità dell’aria degli ambienti dove abitiamo, studiamo, lavoriamo, facciamo acquisti, ci incontriamo non dovrebbe essere oggetto di dubbi o tentennamenti: le evidenze scientifiche ne sottolinenano la necessità nell’ottica di prevenire e limitare la trasmissione del Covid-19 e più in generale per garantire condizioni di salubrità essenziali.
Fra i luoghi che richiedono una soglia di attenzione più alta ci sono le scuole, spazi ad elevata frequentazione, dove si trascorrono molte ore e dove la qualità dell’aria che si respira rappresenta anche un fattore che può favorire la concentrazione e l’apprendimento. Una considerazione che non nasce in tempi recenti e non è “figlia” della pandemia che stiamo affrontando: il Decreto Ministeriale 18/12/1975 già dettava le disposizioni per la purezza dell’aria nelle aule scolastiche e il trattamento dell’aria esterna in condizioni di inquinamento ambientale esterno, prevedendo le quantità di ricambi di aria mediante idonei sistemi. Il decreto del ’75 parla di “conservazione della purezza chimica e biologica dell’aria” con particolare riferimento alla concentrazione di CO2, responsabile di sonnolenza, emicranie, caduta di attenzione e di rendimento. Da allora – sono passati quasi cinquant’anni e il grado di inquinamento indoor presente nelle nostre scuole è sicuramente aumentato – poche sono state le realtà che hanno adottato i sistemi a cui il decreto fa cenno, sebbene tecnologie evolute e dispositivi installabili senza la necessità di interventi strutturali invasivi potrebbero offrire ai nostri studenti di ogni ordine ed età aria pulita e sana».
«L’importanza del ricambio di aria per assicurare le condizioni di salubrità e qualità dell’aria interna, anche per smaltire le concentrazioni di CO2 emessa –sostiene Antonio Fischetto, energy manager dell’azienda PRANA – è stata riconosciuta dalle maggiori organizzazioni del settore. La ventilazione degli ambienti è inoltre una delle soluzioni per la riduzione del rischio da contagio negli ambienti interni di uffici e scuole. E’ bene ricordare, che il raddoppio della portata dell’aria in entrata tramite sistemi di ventilazione meccanica controllata nelle aule scolastiche riduce la concentrazione delle particelle infette del 99,6%” oltre a ridurre l’esposizione degli studenti agli inquinanti ambientali che provengono dall’esterno (PMx, NOx, ecc.)».
«Ben consapevoli che dovremo convivere con il virus ancora per molti mesi e che la diffusione delle cosiddette varianti accende un ulteriore allarme sulla necessità di adottare misure di contenimento efficaci – aggiunge Fischetto –, stiamo cercando di informare e sensibilizzare sulla necessità di non trascurare, come finora purtroppo è stato fatto, questo aspetto fondamentale nella lotta al Covid. Speriamo che il Miur possa comprendere senza ulteriori ritardi la necessità che le comunità tecnica, scientifica e industriale stanno da evidenziando da mesi: quella di installare sistemi di ventilazione meccanica controllata nelle aule scolastiche, così da assicurare i necessari ricambi d’aria in ambiente, senza sprechi di calore. Per Prana, che ha fatto della purificazione dell’aria e del miglioramento della vivibilità in spazi condivisi la propria mission aziendale, essere incisivi su questo punto è prima di tutto una responsabilità sociale. Mentre in molti altri paesi europei gli impianti di Vmc nelle scuole sono già previsti da capitolato, in Italia sono stati finora considerati un “plus”, uno strumento di cui si può fare a meno. Speriamo che il nuovo Governo decida di impegnarsi in un piano urgente di riqualificazione impiantistica del parco edilizio scolastico che includa anche la VMC, sempre più necessaria per difenderci dai nemici subdoli e invisibili e proprio per questo sempre più pericolosi».