La Ventilazione Meccanica Controllata per ridurre il rischio di contagio e garantire una migliore qualità dell’aria
Oggi più che mai è tempo di “cambiare aria”, in senso letterale e metaforico. Cambiare aria per favorire un’adeguata ventilazione dei locali chiusi in cui abitiamo, lavoriamo, svolgiamo varie attività, ma anche adottare una diversa visione sul Covid-19 e sulle modalità di prevenzione del contagio.
Con un ritardo che buona parte del mondo scientifico (epidemiologi, virologi, biologi) ha definito colpevole, ormai da marzo 2021 l’OMS ha aggiornato le Linee guida ufficiali (cui si ispirano quelle nazionali di molti paesi) per prevenire la diffusione da Covid-19 inserendo, oltre al distanziamento sociale, all’utilizzo della mascherina, al lavaggio frequente e accurato delle mani, anche il ricambio d’aria in ambienti chiusi.
Un’indicazione di grande rilevanza, nata dall’accorato appello sottoscritto da oltre duecento studiosi di tutto il mondo dal titolo “E’ ora di affrontare la trasmissione del Coronavirus per via aerea” (Morawska, 2020) che ha finalmente portato l’OMS a considerare la trasmissione del virus tramite aerosol, cioè attraverso goccioline molto più piccole e leggere del cosiddetto “droplet” che restano sospese in aria e possono essere inalate.
Se il vaccino ha esponenzialmente ridotto i rischi di contrarre il virus e, in caso di contagio, la gravità dei sintomi, non è tuttavia il momento di abbassare la guardia: le misure di prevenzione che conosciamo dovranno essere attuate ancora e, per quanto possibile, dovranno essere rese “strutturali” e continuative. Fra queste rientrano interventi mirati e strutturali per garantire il diritto di respirare aria salubre che stanno assumendo sempre più un carattere di urgenza, al pari di quelli che garantiscono la protezione dal virus attraverso dispositivi individuali.
Limitare il rischio di contrarre il Covid – ma anche di essere attaccati da agenti patogeni e sostanze dannose per il nostro benessere che albergano indisturbate nei luoghi chiusi – è un must che si impone pian piano superando la difficoltà di combattere un nemico “invisibile” come l’inquinamento indoor.
VMC nelle scuole
Tornando all’emergenza Covid e alle tematiche che la politica sta affrontando in questi giorni a seguito del nuovo aumento dei contagi nel nostro paese, il rientro a scuola in presenza dopo la pausa delle festività natalizie genera dubbi e riflessioni, ma soprattutto (lo speriamo) porta a considerare strategie e strumenti che possano tutelare il più possibile la salute di studenti, docenti e personale operante in ambito scolastico.
La necessità di installare dispositivi per la Ventilazione Meccanica Controllata in luoghi affollati (come le aule) e nei quali, di conseguenza, le particelle in sospensione potenziali vettori del virus aumentano la loro concentrazione, è stata evidenziata da più parti e molti sono gli epidemiologi, biologi e scienziati che hanno ribadito come un’adeguata ventilazione dei locali chiusi possa davvero fare la differenza nella lotta al Covid-19 ottimizzando il risparmio energetico e mantenendo stabile il microclima (e dunque il comfort abitativo) all’interno degli edifici.
“È dimostrato scientificamente che l’uso di tecniche di rinnovo dell’aria negli ambienti chiusi può ridurre i contagi in misura fin pari a una percentuale di vaccinati del 50-60 per cento (J. G. Allen, “Your building can make you sick or keep you well”, NYT, March 4, 2020)” ha sottolineato il Prof. Angelo Spena, Ordinario di Fisica Tecnica Ambientale, Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa presso l’Università Tor Vergata di Roma che nello scorso dicembre, con la stesso Ateneo ha promosso un convegno dedicato all’utilità della Ventilazione Meccanica Controllata nel contrasto al Covid presso ANCE Roma.